COMPORTAMENTO E STATI EMOTIVI: L’AUTOREGOLAZIONE POSSIBILE
Controllare e regolare il proprio comportamento sia fisico che emotivo è una conquista importante e certamente non semplice da raggiungere. Avere una buona autoregolazione interna nel gestire azioni e reazioni emotive e comportamentali, può fare la differenza nella nostra vita personale e sociale.
ADULTI E BAMBINI
Alcuni adulti si portano dietro difficoltà nell’inibire comportamenti indesiderati o nel controllare emozioni negative dirompenti.
Accompagnare i propri figli, fin da bambini, a conoscersi e ad avere un senso di autocontrollo emotivo, è un impegno che richiede pazienza, amore e costanza. Richiede tempo, volontà e attenzione gentile, ma donerà loro un regalo insostituibile: la sensazione di poter contare su se stessi e di creare buone relazioni. È una scelta educativa che offrirà gradualmente ai bambini la capacità di riuscire al meglio nelle situazioni che si troveranno ad affrontare nella vita.
DARE L’ESEMPIO
Lo so che avete trovato spesso l’indicazione di dare un buon esempio, ma è importante ricordarla, soprattutto quando si parla di autocontrollo. Se noi per primi ci comportiamo in modo impulsivo, agiamo prima di pensare, ci facciamo sopraffare dalle emozioni, diamo ai bambini un esempio inadeguato. Sarebbe difficile poi chiedere a loro di comportarsi bene, controllare la rabbia, riflettere prima di agire, perché, quantomeno, risulteremmo incoerenti e inaffidabili.
Se invece riusciamo ad agire con calma in famiglia, guidando i figli con l’ascolto, la gentilezza e coltivando il rispetto reciproco, daremo loro un buon modello in cui identificarsi. Se agiamo così anche nella nostra vita lavorativa e nelle relazioni, potremo raccontare ai bambini e ai ragazzi qualche aneddoto, incoraggiare interessanti scambi di esperienze.
I figli osservano i genitori nel loro comportamento anche fuori casa, con gli amici, nei luoghi pubblici, nei negozi o uffici, in vacanza, ecc. Traggono le loro deduzioni e si formano in qualche modo delle “mappe” di comportamento, per orientarsi a loro volta in situazioni simili. Troveranno poi naturalmente la loro personale dimensione e la loro individualità.
IL COMPORTAMENTO IMPULSIVO
Sappiamo che, più i bambini sono piccoli, più sono, per così dire “in presa diretta” con il loro corpo e passano spesso dalla pulsione all’azione. Non per tutti è così. Ci sono bimbi anche piccoli che hanno un temperamento molto tranquillo, attento e riflessivo. Altri invece fanno fatica a filtrare con il pensiero ciò che provano e agiscono in modo impulsivo, senza considerare le conseguenze delle loro azioni. Crescendo possono riuscire ad inibire questi comportamenti in modo naturale, ma per alcuni di loro questo è molto difficile.
Questo non vuol dire rinunciare alla spontaneità, sacrificare la loro unicità, la loro visione personale delle cose. Qualche volta, mi preme dirlo, agire in modo impulsivo è inevitabile e può anche sbloccare e risolvere una situazione, risultare finalmente liberatorio. Anzi, se sappiamo ascoltare il nostro istinto e lo seguiamo rispettando noi stessi e gli altri, aumentiamo le nostre competenze emotive.
Però è importante tenere conto che le persone che, sotto stress, agiscono in modo impulsivo, spesso, per non dire sempre, tendono a complicarsi la vita. Rischiano di commettere azioni verso sé, gli altri o l’ambiente, anche gravi e talvolta irreparabili.
FAVORIRE LA CONSAPEVOLEZZA
Qualche volta i bambini non sono consapevoli di alcuni stati d’animo che li agitano, né di ciò che ne è all’origine. Inoltre, agendo sotto la spinta di un impulso, non pensano prima a ciò che possono causare con il loro comportamento.
Non serve quindi a molto chiedere i motivi del loro agire, ma è più importante e utile ricostruire il filo di ciò che è accaduto. Riflettere con loro sul che cosa è successo, sul come è successo può aiutarli a conoscersi meglio. Può incoraggiarli a trovare dei nessi tra sensazioni, emozioni e azioni, in modo pian piano più consapevole. Potrà far loro scoprire che possono riuscire a controllarsi e sperimentare un incoraggiante senso di competenza. Li aiuterà anche a capire meglio e ad accettare i giusti e necessari limiti che i genitori devono mettere per guidarli e proteggerli.
PREPARARE IL TERRENO
Aiutare i bambini fin da piccoli ad apprendere semplici modalità di autoregolazione, li potrà sostenere nelle loro esperienze. Si possono creare abitudini in questo senso, giorno dopo giorno, per far vivere il tutto nel modo più naturale possibile.
Gli esempi che seguono possono sembrare poco collegati all’emotività, ma sono spunti per attività che aiutano e preparano man mano a contenere i propri impulsi. Danno qualche idea per creare l’abitudine di ragionare prima di agire e sul proprio agire, in modo da interiorizzare la necessità di pensare, riflettere, pianificare. Dato che prevenire è sempre importante, ecco quindi qualche suggerimento che può servire nel quotidiano:
Ascoltare:
ascoltarli con attenzione ed incoraggiarli ad ascoltare è una base importante per creare e sostenere la comunicazione e la relazione. Questo favorisce il loro bisogno di attenzione e la capacità di prestare attenzione a loro volta. La capacità di ascoltare se stessi è altrettanto fondamentale e la si può favorire anche con domande aperte e attente. Sono domande poste senza dare un giudizio, ma con vera partecipazione e accoglienza, per guidare delicatamente i bambini a conoscersi meglio.
Pensare prima di agire:
è molto importante mostrare loro che pensare prima a ciò che si vuole fare ci aiuta a pianificare ed agire in modo efficace. Gli esempi vanno dal fare la lista della spesa all’organizzare una gita; dal decidere quali giochi portare dai nonni al prepararsi la cartella… Verbalizzare man mano ciò che facciamo o che possono fare loro, dà un’idea delle possibilità di previsione che ci sono. Suddividere le azioni in fasi e in parti più piccole, facilita la comprensione dei diversi passaggi, dei collegamenti di causa-effetto e la loro memorizzazione.
Usare il linguaggio:
descrivere ai figli come ci sentiamo, per raccontare (nel limite del possibile) i nostri stati d’animo, è una grande fonte di conoscenza. Arricchisce il loro lessico emotivo e fornisce una guida interiore preziosissima per la loro crescita equilibrata. Il linguaggio è, ovviamente, molto utile anche nella vita pratica. Ripetersi a mente o anche a voce alta ciò che vogliamo fare o le istruzioni per attivare qualcosa, ci guida e conduce allo scopo. Insegnare queste strategie ai bambini dà loro un’ottima modalità di autocontrollo, di programmazione e maggiore possibilità di riuscita.
Scegliere:
spesso trovarsi di fronte ad una scelta, anche piccola, può mandarci in crisi, perché scegliere vuol dire nello stesso tempo rinunciare a ciò che non si è scelto. In genere però si tratta di scelte reversibili, ad esempio cosa il bambino decide di indossare quel giorno, se la maglia rossa o la blu… Decisioni che gli permettono di ritrovare l’alternativa il giorno dopo, ma che lo aiutano e preparano a future scelte più importanti e, talvolta, definitive.
Saper attendere:
anche questa è una capacità importante da coltivare, con pazienza, gradualità, calma, coerenza, affidabilità. I bambini – e, a dire il vero, anche molti adulti – vorrebbero tutto subito e fanno fatica ad aspettare. Vogliono “adesso” avere o fare la tal cosa: che sia un giocattolo, un’uscita, vedere la televisione, giocare con i genitori, … Non sempre si può accontentarli e non sempre sarebbe opportuno farlo. È utile, invece, abituarli con delicatezza ad attendere con fiducia, sapendo che ciò che vogliono poi accadrà. Si può partire in base alla loro età: da qualche secondo, fino ad arrivare a qualche minuto, poi ore, giorni… dipende dalle varie circostanze e scadenze. Sembra una cosa banale, ma è preparatoria verso le inevitabili attese che la vita ci propone, per affrontarle con calma e strategicamente.
Fare piccoli programmi:
sappiamo che le routine aiutano i bimbi anche piccoli ad anticiparsi mentalmente ciò che sta per accadere ed a predisporsi ad accoglierlo. Oltre a metterle in atto con le varie azioni, è senz’altro utile verbalizzarle mentre avvengono e anche prima, per chiarire la loro sequenza. Si dà al bambino la possibilità di immaginare bene le attività ed anche di avere una sorta di controllo su ciò che sta per fare. La stessa cosa, quando cresce, serve per facilitare l’interiorizzazione di sequenze e tempi in molti ambiti diversi. È una capacità che lo aiuterà molto ad organizzarsi anche negli anni successivi, a scuola, nello studio, nelle proprie attività.
Questi sono solo alcuni esempi e sono sicura che, come sempre, altri ne troverete voi, più vicini alle vostre esperienze e adattati alle vostre necessità.
CON IL METODO FEUERSTEIN
Questi aspetti vengono affrontati e seguiti anche attraverso l’applicazione del Metodo Feuerstein, in particolare grazie ai criteri di mediazione utilizzati. Sono percorsi che hanno una valenza anche preventiva, per favorire nelle persone (bambini, ragazzi, adulti, anziani) una consapevolezza del loro modo di affrontare le situazioni. La consapevolezza dei propri stati emotivi e di come questi influenzano il comportamento, permette di ampliare le possibilità di autoregolazione interna. Sperimentare una maggiore conoscenza di sé, aiuta a conoscere ed accogliere i propri impulsi ed a gestirli meglio.
Un argomento molto più complesso e delicato riguarda persone con disturbi, come ad esempio l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività), che rientra nella categoria dei Disturbi del Neurosviluppo. In questi casi servono interventi e percorsi specialistici, mirati e coordinati su più fronti: neuropsicologico, educativo, del contesto di appartenenza.
ARTICOLI COLLEGATI
In questo articolo mi sono ispirata al criterio di mediazione usato nel Metodo Feuerstein e che si chiama: “Mediazione della regolazione e del controllo del comportamento”. Nel primo articolo di questa serie “Raccontare la propria storia ai figli” (vedi link sotto) trovate una breve nota al riguardo.
Vi suggerisco di leggere o rileggere gli articoli precedenti (vedi link sotto), perché sono collegati con questo e tra loro.
Ovviamente, la sola lettura non può sostituire il lavoro che si può fare in un percorso personale e guidato con il Metodo Feuerstein. Vi rimando all’articolo che lo descrive (vedi link).
https://www.educazionequotidiana.it/quante-emozioni/raccontare-la-propria-storia-ai-figli/
https://www.educazionequotidiana.it/quante-emozioni/ogni-bambino-e-una-persona-unica-e-irripetibile/
https://www.educazionequotidiana.it/quante-emozioni/favorire-il-senso-di-competenza-dei-bambini/
https://www.educazionequotidiana.it/leducazione-non-ha-eta/il-metodo-feuerstein/
08 aprile 2021
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