ESSERE GENITORI OGGI

ESSERE GENITORI OGGI

Ogni genitore lo sa: crescere ed educare un figlio è uno degli impegni più importanti della vita ed è a tempo pieno, senza scorciatoie. Un impegno che può spaventare perché è chiaro fin da subito che richiede grande dedizione, pazienza e resistenza, insomma: tanta responsabilità.

Ma è anche uno dei più affascinanti ed appaganti che si possa affrontare, se si riesce ad avere la serenità per farlo. Se ci sono il sostegno necessario e l’energia da ricaricare ogni giorno. Va ricercato un equilibrio delicato tra volontà, possibilità, fiducia e anche un bel po’ di fortuna.

Quanti dubbi

Probabilmente l’avrete sentito dire talmente tante volte che… non ci fate più caso, ma non è retorica: essere genitori oggi è molto, ma molto più complicato che nel passato. Non voglio essere allarmista, né pessimista, ma è ben vero che gli scenari sociali e personali che stiamo vivendo sono colmi di contraddizioni. Sono pieni di opportunità, è vero, ma anche di insidie, oltre che frenetici e privi di una linearità evidente. Scarsi di certezze che potrebbero almeno in parte rassicurare e abbassare il livello di stress percepito.

Cercare risposte

I genitori più attenti, consapevoli o forse solo più preoccupati per l’educazione dei loro bambini, cercano risposte e conferme nei libri o online. Partecipano ad incontri a tema, chiedono consigli ai propri genitori (alcuni), al pediatra, agli amici, a educatori ed insegnanti.

Quando va tutto bene, i vari dubbi che i genitori possono avere riguardano aspetti di “normale” e “ordinaria” entità. Così loro procedono affrontando le piccole e grandi scelte in modo naturale e sereno.

Molti però non riescono ad orientarsi all’interno di tutte le informazioni che trovano o che ricevono e procedono a tentoni. Provano a mettere in atto strategie e indicazioni in modo talvolta caotico, senza una vera direzione, né chiarezza. Cercano di procedere, si potrebbe dire, “per tentativi ed errori”, modalità che non permette di capire, nel caso qualcosa abbia funzionato, il perché. Non dà nemmeno informazioni sul come sia successo e non crea la possibilità di riproporre quella situazione in modo consapevole. Tanto meno, permette di rielaborare ciò che non ha funzionato, di individuarne le cause e modificarne le conseguenze.

Serve una mappa, una strada da seguire con intenzionalità, consapevolezza e buon senso.

Affidarsi

In qualche momento della crescita di un figlio o in periodi anche prolungati, potrebbero emergere atteggiamenti o comportamenti di difficile gestione. Comportamenti che allarmano o che spiazzano, perché mettono in difficoltà ed aprono domande che non riescono a trovare risposte all’interno del nucleo famigliare. In questi casi è importante capire che affidarsi a persone esperte nel campo dell’educazione può dare quell’aiuto che si sta cercando.

Queste persone possono essere Educatrici del Nido, Insegnanti della Scuola dell’infanzia o degli altri ordini di scuola. Anche gli Educatori che seguono attività pomeridiane, Allenatori sportivi, che conoscono i bambini e hanno o dovrebbero avere una preparazione di tipo pedagogico. Il mio invito per i genitori è, se hanno fiducia in queste persone che seguono i loro figli, di parlare con loro dei propri dubbi. Di farsi aiutare a capire se qualcosa, anche a loro avviso, non va e di chiedere qualche suggerimento su come affrontarla. Spesso, dalle persone preparate che seguono e conoscono il loro figlio, i genitori possono ricevere pareri e suggerimenti utili ed efficaci.

In qualche caso, un consiglio che educatori, insegnanti, allenatori potrebbero dare ai genitori, è quello di rivolgersi ad un Pedagogista. È uno specialista dell’educazione che può accompagnarli a comprendere i significati che sottostanno a determinati comportamenti del bambino. Questi vanno analizzati e riletti sotto l’aspetto evolutivo, a seconda della fase di crescita emotiva e cognitiva del figlio. Soprattutto, vanno rivisti sotto l’aspetto relazionale, nel quale entrano le complesse dinamiche tra genitori e figli, in tutte le loro declinazioni. Anche le relazioni sociali, con i pari ed altri adulti, vanno valutate con attenzione.

Mettersi in gioco

Per i genitori, attivarsi in modo disponibile a mettersi in gioco, a raccontarsi ed a rivedere le loro convinzioni educative, è un passaggio di grande consapevolezza. Dimostra volontà di comprendere e, se necessario, di modificare qualcosa nel loro comportamento. Spesso può servire anche a prevenire eventuali errori educativi.

Talvolta possono bastare pochi incontri perché i genitori riescano a chiarirsi le idee, a confrontarsi rispetto alle proprie convinzioni educative. Possono trovare conferme e suggerimenti che li aiutino ad trovare la strada giusta ed a procedere con serenità nella direzione individuata.

Altre volte, invece, servirà un percorso più lungo e impegnativo. In questi casi i genitori vengono accompagnati dal Pedagogista a ripensare o a costruire il loro progetto educativo, valutato sulla loro peculiare situazione. Questo va rivisto in base alle caratteristiche della loro famiglia e del rapporto, unico ed irripetibile, con il/i loro figlio/i.

Anche se richiederà tempo ed energie, sarà un percorso che permetterà, con il dovuto impegno, di vedere man mano dei cambiamenti, dei risultati.

Come in un viaggio ideale – in cui osserviamo anche ciò che incontriamo durante il tragitto – i genitori potranno apprezzare ogni passaggio, ogni conquista. Questo potrebbe anche portarli a desiderare di conoscere di più, prepararsi a spostare un po’ più in là gli obiettivi. Potrebbero prendere lo slancio e desiderare di “alzare man mano l’asticella” delle possibilità di miglioramento.

27 settembre 2020

Vi lascio i link ad articoli precedenti: