LO CHALET DI MONTAGNA

BREVI STORIE PER LA BUONA NOTTE. Storie da raccontare ai vostri bambini prima di dormire: 2^
Premessa:
Come avete già letto negli articoli precedenti (vedi i link sotto), sto scrivendo qualche storia che voi genitori potete leggere o raccontare ai vostri figli per accompagnarli verso il sonno notturno.
Sapete già come creare l’atmosfera e preparare i bambini all’ascolto…
Se avete letto la prima storia “La bambina che voleva viaggiare”, spero vi sia piaciuta!
http://www.educazionequotidiana.it/quante-emozioni/brevi-storie-per-la-buona-notte/
http://www.educazionequotidiana.it/quante-emozioni/la-bambina-che-voleva-viaggiare/
Ecco la seconda BREVE STORIA PER LA BUONA NOTTE…
LO CHALET DI MONTAGNA
In un giorno di primavera Beniamino – Ben per famigliari e amici – era andato in montagna con il suo papà. Dopo aver camminato a lungo, cominciava ad essere stanco. “Quando ci fermiamo a riposare un po’?”, chiese con voce un tantino lamentosa. Il papà, che camminava davanti a lui, sembrava non sentirlo o forse voleva fare in modo che lui camminasse senza fare storie. Ben aggiunse: “Ho anche un po’ di fame… e di sete…”, sperando che con quegli argomenti il papà lo ascoltasse.
Ma il papà, che evidentemente aveva sentito bene, si girò un attimo. Lo guardò e gli rispose: “Lo so che hai camminato tanto e sei stanco. Respira a fondo, bevi l’acqua dalla tua borraccia e mangia un po’ di cioccolata che hai nello zainetto. Tra poco arriviamo!”
Beniamino si sentì abbastanza rincuorato da quelle parole e fece come aveva detto il papà. Bevve un po’ d’acqua e mangiò un pezzetto di cioccolato. In effetti si sentì subito meglio.
Ben camminava e…
Ben camminava e pensava: “Questa camminata in montagna è bellissima, abbiamo visto un sacco di bei paesaggi, ma ora vorrei proprio fermarmi un pochino. Chissà dove stiamo andando?”. Continuò a seguire il papà che, con il suo bastone da montagna e con passo deciso, procedeva come se potesse arrivare chissà dove. Aveva un’aria misteriosa…
Erano saliti parecchio, dopo tanto camminare. Intorno a loro c’erano ancora erba e sassi. Vedevano le mucche che pascolavano in lontananza, alcune pozze d’acqua che sembravano piccoli laghi. Il sole era ancora alto, ma lassù cominciava a rinfrescare.
Beniamino lo vide…
Beniamino lo vide prima che il papà glielo indicasse. Lassù, su quello spiazzo verde, apparve uno chalet bellissimo, tutto in legno, con il camino che fumava e il prato intorno. Le finestre avevano gli scuri aperti e qualche vaso di fiori sui davanzali. Sembrava la casetta di una fiaba…
Il papà guardò Ben dritto negli occhi e disse: “Adesso vieni con me, senza fare domande e fidati… succederà qualcosa di molto speciale!”. “Sìììììì!”, esultò il bambino.
“Andiamo, allora!”, decise il papà. “C’è una sorpresa per te, vedrai…”, aggiunse e lo guardò sorridendo in modo misterioso.
Beniamino, preso dalla curiosità, fece una corsa velocissimo fino allo chalet (ma non era stanco?). Il papà lo raggiunse davanti alla porta e gli disse: “Ora guarda e ascolta, ma senza dire una parola! Poi capirai!”
Lo prese per mano e insieme si avvicinarono alla porta…
Sotto gli occhi stupiti di Ben…
Sotto gli occhi stupiti di Ben, il papà mosse le dita delle mani. Fece prima dei cerchi nell’aria e poi degli svolazzi, come se le mani fossero farfalle.
Con un tono di voce bello forte disse: “OBLAZAILADÌ, SIAMO QUI! OBLAZAILADÀ, LA PORTA SI APRIRÀ!”
Ben lo guardava a bocca aperta e voleva fare al papà mille domande ma, solo con grande fatica, riuscì a non dire niente. Lentamente, la porta si aprì e sembrava proprio invitarli ad entrare.
Il papà guardò la faccia di Beniamino e si mise a ridere. Il bambino aveva ancora la bocca aperta e gli occhi sbarrati dallo stupore. Ben non riuscì più a trattenersi:“Ma, ma… ma come? Cos’hai detto? Come hai fatto? È una magia? Ma non abbiamo nemmeno suonato!”, esclamò tutto disorientato.
“È questa la sorpresa!”…
“È questa la sorpresa!” disse il papà e gli strizzò l’occhio. Sorrideva guardando la faccia stupita del figlio. “Questo chalet, per oggi è tutto per noi”, spiegò.
“Devi sapere Ben che io ho scoperto questo chalet per la prima volta quando avevo la tua età. Mi ci ha portato il mio papà, il nonno Beniamino, quello di cui tu porti il nome. Desideravo da tempo di poterti portare qui, ma dovevo aspettare che tu fossi abbastanza grande per fare una camminata così lunga. Volevo, soprattutto, che imparassi ad amare la montagna.
Questo chalet è qui da tanto, tanto tempo ed è stato creato da un uomo che viveva quassù e, anche se era un solitario, era molto benvoluto. Sapeva fare cose straordinarie e tutti pensavano che avesse delle capacità, come dire… quasi magiche. Quest’uomo, prima di morire, ha voluto lasciare questo chalet al ‘Popolo della montagna’, come lo chiamava lui”.
Vedendo che Ben non capiva, continuò: “Serve solo, diciamo un … LASCIAPASSARE. Questo Lasciapassare per entrare, che viene tramandato da molte generazioni, è una specie di parola d’ordine. Lo può imparare SOLO chi ama davvero la montagna, la conosce bene, la rispetta e viene spesso a camminare”.
Uahuuu! Ma è un’idea bellissima! IO AMO TANTISSIMO LA MONTAGNA!”, esclamò Ben tutto contento ed entrò.
Dentro era ancora più bello. Tutto in legno, con mobili semplici di legno chiaro e lucido. Nell’ingresso c’erano quadretti appesi al muro, tappeti colorati e lampade: ogni oggetto era stato scelto con cura. L’atmosfera era così accogliente… si sentiva un profumo di legno e… di dolci appena fatti…
Ben e il papà entrarono nel soggiorno…
Ben e il papà entrarono nel soggiorno e il bambino quasi si lasciò scappare un urletto quando vide il camino acceso. Il fuoco vivace guizzava e illuminava con una calda luce tutto l’ambiente. Ben Aveva gli occhi che brillavano dalla gioia.
“Che bel calduccio! Proprio quello che ci voleva! E ci stavano davvero aspettando…”, disse, con un tono allegro. Aveva ritrovato tutta la sua energia.
Si avvicinarono al caminetto e si scaldarono le mani… “Mhhh… che piacevole… Che bella accoglienza!”.
Dal soggiorno si spostarono in cucina: anche quella tutta in legno, con tanti scaffali e pentole appese sulle pareti. Un bel tavolo di legno massiccio troneggiava in mezzo alla stanza.
Il papà fece segno a Ben di tacere, mettendosi un dito davanti alla bocca. Prese un bel respiro e mosse di nuovo le dita delle mani facendo nell’aria prima i cerchi e poi gli svolazzi. Con il tono di voce bello forte, come prima, disse: “OBLAZAILADÌ, SIAMO QUI! OBLAZAILADÀ, IL CIBO APPARIRÀ!”. Ben, anche se sapeva cosa stesse per accadere, osservò di nuovo la scena sbalordito.
Di colpo, sul tavolo apparvero dei vassoi con del cibo: pane, affettati, formaggio, sottaceti… e altre cose appetitose.Caraffe con acqua e succo di mele erano posate vicino ai vassoi. “Grande, papà! Sei mitico!”, esclamò il bambino, stupefatto e felice.
“Che fame!”, esclamarono all’unisono Ben e il papà. Si guardarono negli occhi, si sorrisero e, in un lampo, si sedettero al tavolo. Iniziarono a mangiare con appetito quelle gustose prelibatezze ed a dissetarsi.
Appena finirono di mangiare…
Appena finirono di mangiare, tutti soddisfatti tornarono nel soggiorno. Le due poltrone davanti al camino sembravano così invitanti e loro si lasciarono andare tra i loro morbidi cuscini. “Che meraviglia!
Il camino era bellissimo, grande e profondo, con le pareti interne scure e una cappa che faceva salire il fumo verso l’alto, per farlo volare via. Il fumo, infatti, volò fuori, nell’aria aperta. Il fuoco scoppiettava allegro e c’erano diversi pezzi di legno che lo alimentavano. Molti ceppi erano ammucchiati in una cesta per terra, pronti per essere bruciati.
Ben e il papà rimasero un bel po’ lì seduti, rapiti dalla magia del fuoco, dalla sua luce e dal suo calore. Incantati dal colore rosso-arancione-giallo delle fiamme che guardavano come ipnotizzati e dagli scoppiettii del legno che bruciava vivacemente.
Avrebbero desiderato rimanere lì ancora molto tempo, ma era ormai ora di andare… Erano sicuri, però, che ci sarebbero tornati. Questo bellissimo chalet li aveva proprio coccolati!
Padre e figlio ripartirono…
Padre e figlio ripartirono e camminarono finché, voltandosi indietro, non videro lo chalet sparire alla loro vista… Erano contentissimi di questa loro pausa così gustosa e rilassante.
“Allora, cosa ne dici? Ne valeva la pena?”, chiese il papà a Beniamino mentre scendevano verso valle.
“Strabello! Super forte! Quando ci torniamo? La prossima volta posso dire io il Lasciapassare?”, rispose Ben mentre saltellava tutto contento sul sentiero di ritorno.
Senza aspettare la risposta, continuò: “Me lo ricordo bene, sai? Senti:
OBLAZAILADÌ, SIAMO QUI! OBLAZAILADÀ, LA PORTA DI APRIRÀ! OBLAZAILADÌ, SIAMO QUI! OBLAZAILADÀ, IL CIBO APPARIRÀ!”, iniziò a ripetere per tutta la strada di ritorno, canticchiando quelle formule come fossero un ritornello.
“Chissà! Speriamo presto e… vedremo!”, gli rispose il papà e continuò a scendere con un sorriso sulle labbra.
Buona notte! Vi aspetto alla prossima storia…
01 giugno 2020
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