Le mani: lo strumento più prezioso…

Le mani: lo strumento più prezioso…

Uno degli strumenti, forse Lo strumento più raffinato e competente che esista in natura, è costituito dalle nostre mani che sanno creare, plasmare, riconoscere, rompere, aggiustare, costruire, contare, accarezzare, comunicare e mille altre abilità che tutti conosciamo.

La manualità fine del bambino, come le altre sue capacità, si perfeziona col tempo, con la maturazione fisica, le esperienze, l’esercizio, ed è importantissimo perciò che i bambini possano avere occasioni di stimolo, oggetti da manipolare, giocattoli da scoprire sotto lo sguardo attento dell’adulto e la sua guida costante ed adeguata alla loro età.

Le mani raccontano di noi…

Quando parliamo spesso gesticoliamo e accompagniamo il nostro dire con gesti delle mani e possiamo “far vedere” ciò che abbiamo in mente. Gesticolando possiamo rappresentare “alla lettera”, con gesti espliciti, ciò che stiamo dicendo (come ad esempio tenere il volante o il manubrio, salire le scale, mangiare, dormire, …) o ancora mostrare il significato di ciò che diciamo con movimenti che hanno a che fare con concetti più astratti (come la grandezza, la forma, …) o le nostre intenzioni, indicando qualcosa o usando gesti che allontanano o avvicinano, ecc. Sveliamo le nostre emozioni (con gesti teneri o aggressivi, coprendoci il viso o la bocca per il dolore, lo stupore o la paura, …). Insomma, utilizziamo  molti, moltissimi gesti, di cui talvolta nemmeno ci accorgiamo, ma che possono catturare l’attenzione dell’interlocutore che, se particolarmente attento, può trarne parecchie, inaspettate informazioni.  

Ognuno ha la propria gestualità ed un proprio stile e qualcuno mostra una grazia, una classe innata, tanto da risultare affascinante in questo modo di esprimersi, mentre ad altri, più grossolani e goffi nel gesticolare, proprio non è possibile attribuire la benché minima eleganza…    

I gesti comunicano…

Da piccoli giocavamo con l’alfabeto muto e molti genitori l’hanno tramandato ai loro figli, per cui capita di vedere bambini (bambine soprattutto) che si “parlano” con le mani, con sorrisini soddisfatti di chi sta usando un codice segreto. Scandiscono in modo velocissimo le lettere per comporre le varie parole, con dei gesti così aggraziati e armoniosi delle dita, che sembra non abbiano fatto altro in vita loro.

Probabilmente a molti di noi è capitato, all’estero, se non conoscevamo la lingua del luogo, di fare, con le mani, segni considerati universali e riconosciuti (quasi) ovunque, per farci capire se avevamo bisogno di mangiare-bere-dormire-andare in bagno… o per segnalare che qualcosa è buono-bello-ok-a posto!, per chiedere quanto? (quanto costa?-quanto tempo?), per indicare qualcosa, per rappresentare ciò che avevamo in mente (mimando oggetti o azioni), ecc. E, in genere, abbiamo visto che funzionava, che riuscivamo a comunicare, magari unendo i gesti a qualche parola che conoscevamo, per… diciamo… costruire un “linguaggio-integrato-efficace”, della serie: riusciamo a cavarcela con un po’ di ingegno.

La Lingua Italiana dei Segni (LIS) utilizzata da e con le persone non udenti per comunicare è un linguaggio vero e proprio, complesso e completo come la lingua parlata. Le mani sono le protagoniste principali, insieme alle espressioni del viso e veicolano, come in una danza raffinatissima, messaggi, informazioni, richieste, racconti, emozioni e tutto ciò che i vari interlocutori vogliono dirsi.

Le mani giocano…

Le famose ombre cinesi rappresentano un affascinante esempio di come le mani, con l’aiuto di uno schermo e di un gioco di luci, possano assumere le forme più imprevedibili, evocare oggetti, animali, persone… con un sapiente gioco di intrecci, sovrapposizioni e movimenti che creano immagini astratte eppure realistiche, di grande impatto eppure effimere. L’Incanto del pubblico è assicurato, grazie alla magia ed all’armonia delle varie creazioni che fanno nascere il desiderio di catturarle e trattenerle per sempre…

Con pochi e semplici segni di biro o di pennarello, possiamo disegnare faccine sui polpastrelli, che possono essere poi fatti muovere come dei burattini. Oppure si può dar vita ad un serpente, disegnando due occhietti sul lato esterno dell’indice (all’altezza della nocca sul dorso della mano) e una bocca (parte sullo stesso lato dell’indice e parte sul lato interno del pollice) o ad un drago (aggiungendo una lingua di carta rossa), che faremo muovere e “parlare” a nostro piacimento o “sputare fuoco”, con grande divertimento dei bambini…

Accenno solo, senza descriverli, a molti altri giochi che si possono fare con le mani e che forse conoscete o potete sicuramente trovare in internet: giochi di prestigio, giochi con l’elastico a due mani, giochi che mimano la “scomparsa” ed il “ritrovamento” del nasino del bimbo o di mezzo dito, il gioco del sasso-carta-forbici, il seggiolino per trasportare qualcuno, filastrocche a due con battiti delle mani a tempo, la conta, ecc. Ne esistono certamente moltissimi tipi e versioni e, se i vostri bambini non li conoscono già, potete scoprirli e provarli con loro, in modo da creare un piccolo repertorio di giochi da poter fare ovunque e in ogni momento, avendo i “giocattoli” sempre… a portata di mano

11 agosto 2019