EDUCARE ALLA CONSAPEVOLEZZA EMOTIVA

Comprendere le proprie emozioni e saperle gestire è una competenza talmente importante e basilare che dovrebbe essere considerata come vera e propria materia scolastica. Come tema da affrontare fin dalla scuola dell’infanzia, anzi, fin dall’asilo nido. Perché una buona educazione all’intelligenza emotiva e sociale è fondamentale e necessaria fin dalla più tenera età. Per il benessere e la felicità del singolo individuo e, di conseguenza, per una convivenza armonica di tutta la collettività.
Genitori, figli ed emozioni
Voi genitori fate sicuramente del vostro meglio per educare e crescere i bambini a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni ed a tener conto di quelle degli altri. Fate del vostro meglio anche per dare il vostro esempio in modo da mostrare come affrontare le emozioni più forti o impreviste, quelle che scombussolano e sono più difficili da arginare… Ma non sempre questo è sufficiente per preparare i vostri figli ad affrontare le sfide che incontreranno.
Lo sappiamo, spesso proprio la grande vicinanza, l’amore, il legame così stretto come quello tra genitori e figli, possono complicare un tantino le cose. Possono togliere (appena appena…) quella obiettività e lucidità necessarie per guidare un bambino nel variegato ed intricato – talvolta nebuloso e contraddittorio – universo emozionale.
Quindi?…
La scuola: ambiente emotivamente educante
L’ambiente educante per eccellenza oltre a quello famigliare – la scuola – cerca il più possibile di affiancare (o dovrebbe farlo) genitori e figli nella più importante partita della vita. Quella della crescita di un individuo sereno, equilibrato e socialmente integrato.
Insegnanti ed educatori cercano (o dovrebbero farlo) di prendersi carico a pieno titolo – ed in modo trasversale a tutto il percorso didattico – di questo impegno delicato. Un impegno fondamentale e di grande importanza formativa.
In molte scuole, da quelle dell’infanzia in poi e talvolta anche nei Nidi, vengono proposti percorsi di educazione alla consapevolezza emotiva. Percorsi che aiutino i bambini, fin dalla più tenera età, a comprendere cosa provano, a dare un nome alle diverse emozioni e ad esprimerle anche a parole. A scoprire e coltivare l’empatia, a considerare anche le esigenze dell’altro, a gestire man mano i propri impulsi e gli scoppi emotivi di rabbia, aggressività, disperazione, ecc. A tollerare un po’ di frustrazione (dell’attesa, dei no, del rispetto delle regole, …) allenando la capacità di pazientare e di ascoltare…
Dove questo non avviene sarebbe molto importante prevedere e programmare proposte pedagogico-didattiche che ne tengano conto.
Si potrebbero utilizzare modalità che attivino l’interesse dei bambini attingendo sia alle esperienze reali sia a quelle ipotetiche, quelle del loro immaginario. Quelle che appartengono al mondo del possibile, come giochi, vignette, disegni, racconti o fiabe, burattini, role playing ed altre ancora. Ogni scuola saprebbe e potrebbe individuare, creare, proporre…
È doveroso ricordare anche che nelle scuole spesso si mettono in atto dei progetti di psicomotricità e che la psicomotricità, attraverso il corpo, il movimento e il tono corporeo, si occupa anche di emotività!
Il Metodo Feuerstein nelle scuole
Il Metodo Feuerstein, di cui trovate una descrizione in un precedente articolo (nella sezione “L’educazione non ha età”), assegna un posto d’onore al mondo emozionale. Sfera che, grazie ad una buona mediazione dell’adulto, viene sempre evocata ed attivata in ogni strumento del Metodo stesso. Viene fatto attraverso un buon uso delle generalizzazioni e dei “ponti” mentali che ciascuna delle attività proposte può richiamare.
Grazie alle riflessioni che derivano dall’applicazione di ognuno degli strumenti ed al lavoro attento e rispettoso di mediazione da parte dell’adulto, viene offerta ai bambini – tenendo conto della loro età e della loro capacità di comprensione – la graduale possibilità di raggiungere una maggiore consapevolezza delle proprie ed altrui modalità di pensiero e di funzionamento emotivo. Anche bambini dell’età della scuola dell’infanzia possono iniziare a decentrarsi dal proprio egocentrismo e, man mano, comprendere meglio il punto di vista dell’altro.
A mio parere, se questo metodo venisse applicato con costanza nelle scuole di ogni ordine e grado (da mediatori appositamente formati e in possesso di relativo diploma per applicarne gli strumenti), favorirebbe, non solo gli apprendimenti scolastici degli alunni e la loro abilità di potenziare e sviluppare il pensiero, ma anche e soprattutto, la loro capacità di conoscere se stessi e gli altri sotto l’aspetto emotivo e di farne tesoro per la propria vita personale e sociale.
Potete rileggere anche gli articoli:
“Il Metodo Feuerstein”, nella sezione “L’educazione non ha età”: https://www.educazionequotidiana.it/leducazione-non-ha-eta/il-metodo-feuerstein/
e, in questa stessa sezione, gli articoli:
– “La consapevolezza emotiva”
https://www.educazionequotidiana.it/quante-emozioni/la-consapevolezza-emotiva/
– “L’intelligenza emotiva: una capacità preziosa da coltivare”
– “Emozioni e apprendimento”:
https://www.educazionequotidiana.it/quante-emozioni/emozioni-e-apprendimento/
17 novembre 2019
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