Il PAPÀ, TERZO ELEMENTO…

Il PAPÀ, TERZO ELEMENTO…

Forse avete letto l’articolo precedente: CARI PAPÀ, QUANDO ARRIVA UN FIGLIO… Il vostro ruolo verso vostro figlio, cari papà, veniva descritto come molto importante pur se “laterale” rispetto a quello della mamma. Vissuto come supporto soprattutto a lei, di aiuto emotivo e pratico, ma, nella relazione con il piccolo, molto meno continuativo e più episodico. Nei primi tempi dovete avere pazienza ed attendere il vostro turno per poter essere protagonisti nella vita e nella relazione con il bambino. Ma diventate ben presto presenze necessarie per lui e costruttori di occasioni e possibilità, di apertura ed esperienze.

Come sempre, nomino il bambino al maschile per comodità descrittive, ma naturalmente il discorso si intende riferito sia ai maschi che alle femmine.

I primi mesi…

Nei primi mesi, anche voi papà avete accudito, cullato, lavato e cambiato il vostro bambino. Quando eravate a casa e potevate dare un po’ il cambio alla mamma lo avete preso in braccio e coccolato con piacere e stupore.

Lui, il piccolo, in qualche modo ha sentito la differenza tra i due diversi modi di stargli vicino. Ha percepito la diversità della vostra presenza da quella della mamma attraverso l’odore, la voce, la pelle, il modo di essere tenuto in braccio, il tono muscolare, la posizione… Voi avete preso sempre più confidenza con quell’esserino che occupa e riempie le vostre vite con la sua fragile ma potente presenza.

L’ottavo mese…

Gradualmente vostro figlio ha incorporato anche la vostra presenza come familiare, ma non ancora come quella della mamma. Verso gli otto mesi il bambino inizia a distinguere la mamma dalle altre persone ed a piangere se si trova di fronte a volti estranei o che vede raramente. È quel periodo in cui accade quella che viene definita “l’angoscia dell’estraneo” o “l’angoscia dell’ottavo mese”. Spesso viene vissuta dai genitori come negativa (“ma come, prima sorrideva a tutti, ora piange se vede una persona che non conosce…”).

È invece un segnale di cambiamento, un ottimo segnale. Vuol dire che il piccolo ha interiorizzato la mamma, con le sue caratteristiche e la distingue dalle altre persone. Se la mamma non c’è piange, la cerca con gli occhi, segno che ne ha una certa rappresentazione mentale.

È un passaggio fondamentale che si nota anche nel suo rapporto con gli oggetti. Se un giochino gli cade dal seggiolone, ora lo segue con lo sguardo e lo cerca, così come se glielo nascondete sotto ad un tovagliolo mentre vi guarda. Prima no: se l’oggetto non era presente alla sua vista, per lui era come sparito, dimenticato. Anche se vi aveva osservato mentre lo nascondevate, non lo considerava più, non faceva più parte del suo mondo.

Questa nuova possibilità di comprendere gli eventi viene definita dal grande psicologo Jean Piaget, nella sua teoria sullo sviluppo cognitivo, “permanenza dell’oggetto”. È una capacità che, grazie alla buona relazione precoce con la mamma, continua ad evolvere e perfezionarsi ed è basilare per tutti i prossimi apprendimenti del bambino.

Il terzo elemento…

Verso gli otto mesi del bimbo, ecco che voi papà diventate ancora più fondamentali per entrare a pieno titolo nella relazione con il bambino. Il vostro ruolo è necessario per “rompere” la coppia così stretta tra la mamma ed il bambino, la “diade madre-bambino”, come viene definita. Voi siete “il terzo elemento” che favorisce la separazione fisiologica e psicologica del bimbo dalla mamma e sostiene la sua individuazione.

Favorite così la fase chiamata appunto di “separazione-individuazione”. È un processo necessario per lo sviluppo del bambino, di conquista delle proprie peculiari caratteristiche e di preparazione per i futuri progressi. La mamma, nella sua funzione materna, ha fornito al piccolo il contenimento emotivo ed intimo dei primi mesi, con le prime scoperte. La funzione paterna è complementare a quella materna. In senso psichico, è quella di aprire la mente e le esperienze del bambino al mondo ed alle relazioni, con se stesso e con gli altri.

Voi e vostro figlio…

Naturalmente, gli obiettivi e i metodi educativi fanno parte del progetto genitoriale pensato come coppia, ma ognuno di voi due avrà il proprio modo di esprimerli.

Gli stimoli che voi papà potete dare a vostro figlio, si intrecciano e sommano con quelli dati dalla mamma, ma si distinguono e gli danno altre “informazioni”. Il modo che avete di parlargli, di guardarlo, di dargli il biberon quando è il momento, di proporgli oggetti da guardare e toccare, di ridere, di giocare, è solo vostro. Soprattutto, ciò che pensate e dite e il rapporto che instaurate con lui, è e sarà solo vostro. Anche le sue reazioni e le sue risposte sono e saranno speciali, solo per voi. Tutto questo inizia a creare la varietà, le differenze nelle relazioni, gli dà modelli diversi da osservare e iniziare ad imitare, gli crea nuovi apprendimenti.

E poi?…

Poi, nel condividere con la mamma giorno dopo giorno le scelte e le modalità per accudirlo ed accompagnarlo nella crescita, continua l’avventura…

Educare insieme il vostro bambino e cercare l’armonia nel vostro modo di intendere l’educazione e di attuarla è la sfida più grande da accogliere.

In molti articoli di questo blog potete trovare argomenti, spunti e indicazioni per farlo al meglio, con coerenza e costanza.

Un pensiero alla coppia…

Anche la vostra coppia va coccolata e accudita e forse sarete voi papà, in questo periodo, a facilitarne la nuova dimensione.

Dopo il parto, nei primi mesi di vita del piccolo e anche più avanti, il vostro sguardo verso la vostra compagna è importante per lei. Come cavalieri romantici, cercherete e troverete i tempi e i modi di un rinnovato corteggiamento, per dirle “Non sei mai stata così bella!”.

Qualche link ad articoli precedenti:

CARI PAPÀ, QUANDO ARRIVA UN FIGLIO…

http://trovare l’accordo… voi genitori siete d’accordo su come educare i vostri figli?

http://essere genitori coerenti: una capacità preziosa

05 settembre 2020