I COMPITI A CASA… COME GESTIRLI SENZA STRESS?

I COMPITI A CASA… COME GESTIRLI SENZA STRESS?

Già… I compiti per casa… Sono sicura che questo argomento interessi tantissimi tra voi genitori che, quasi ogni giorno, vi trovate ad affrontarli insieme ai vostri figli o dovete affidare questa incombenza alla baby sitter o ai nonni.

Eh, sì! Perché, già dalla scuola primaria, nella maggior parte dei casi i bambini non riescono a farli da soli. Spesso perché i compiti sono troppi o troppo difficili; perché i bambini stessi non hanno voglia di mettersi a tavolino per svolgerli o, tra le molte loro occupazioni, non resta il tempo per giocare; oppure perché sono stanchi, annoiati, lamentosi…

Molte mamme mi raccontano di pomeriggi interi passati con i figli sui compiti… ore ed ore di contrattazioni, lamenti, litigi, minacce, per poi ridursi a farli in velocità la sera, quando non rimane più tempo per rimandare ed i bambini sono sfiniti e scontenti e le mamme stremate…

In realtà quasi tutti i compiti assegnati richiederebbero molto meno tempo per essere svolti se venissero affrontati con un po’ di metodo e molta più serenità. – Come? – Vi chiederete voi… Con una buona organizzazione e coinvolgendo i bambini nel pensare al meglio come può essere il loro pomeriggio, tra compiti e gioco.

Una buona organizzazione: gli spazi e i tempi per i compiti.

Se avete la possibilità è meglio che i bambini abbiano un posto dedicato ai compiti ed allo studio, possibilmente nella loro cameretta: una scrivania, delle mensole per libri e quaderni, la cancelleria necessaria…

Questo permette loro di associare uno spazio preciso all’idea dei compiti e dello studio, favorisce la loro concentrazione e la loro maggiore indipendenza, oltre a far passare il messaggio che l’impegno per la scuola è importante e merita un luogo tranquillo ed attrezzato. Se non fosse possibile, va bene anche il tavolo della cucina ma, inevitabilmente, ci può essere il rischio di distrazioni se c’è qualcuno che gira per casa o che prepara da mangiare ed anche quello di avere troppe tentazioni con la dispensa e il frigo a portata di mano…

Cercate di avere chiaro come sono i pomeriggi della settimana di vostro figlio, in modo da stabilire, giorno per giorno, quando potrà iniziare a fare i compiti e quando finirli.

Potreste costruire insieme a lui, dopo avergli spiegato a cosa serve, una specie di “tabella” del tempo da dedicare ai compiti, con i giorni della settimana ed i relativi impegni fissi che ha dopo la scuola.

Tenete conto dell’orario del pranzo e di un pochino di tempo per il relax appena avrà mangiato e stabilite che alla tal ora si iniziano i compiti e che entro la tal altra ora si concludono. Questa tabella potrebbe essere posta bene in vista sopra alla sua scrivania o dove tiene il materiale scolastico.

Diciamo che, per bambini che frequentano la prima e la seconda classe della scuola primaria, ipotizzare un’oretta di compiti (massimo un’ora e mezza) alla volta può essere sufficiente; dalla classe terza in poi il tempo necessario aumenta proporzionalmente alle difficoltà dei compiti ed a quanto viene richiesto dallo studio, ma non dovrebbero servire ore ed ore…

Questo va valutato bene e tenuto presente, per organizzarsi e non rischiare di trovarsi alla sera senza aver ancora finito tutto.

Fate un bel patto

Se vostro figlio è uno di quei bambini (e sono tanti, per la verità…) che non vorrebbe mai fare i compiti e trova qualsiasi scusa per non iniziare, portandovi quasi sempre a litigare, rincorrerlo per la casa, minacciarlo di punizioni, costringendolo a mettersi seduto per paura di prenderle… è ora di trovare una buona strategia per risolvere la questione.

Immagino starete pensando che avete provato di tutto e che nulla ha funzionato… Ragione di più per pianificare bene questi benedetti pomeriggi e non trovarsi ogni volta ad improvvisare o a far leva sulla paure delle conseguenze.

In un momento di tranquillità, parlate con calma con vostro figlio, mettetevi nei suoi panni dicendogli che sapete che gli costa fatica fare i compiti e che preferirebbe giocare, ma che non c’è scelta, i compiti si devono fare. Sottolineate l’ovvio (è ovvio per noi, ma pare non esserlo assolutamente per un bambino che ha in mente solo i suoi giochi…): prima inizia a fare i compiti, prima li finisce e potrà finalmente giocare! Siate incoraggianti e comprensivi, ma fatelo ragionare sul fatto che se, come fa di solito, perde tempo a fare storie, piangere, nascondersi, ecc. e poi, quando finalmente ha iniziato, perde ancora tempo a interrompersi continuamente con mille scuse diverse, il tempo dei compiti e dello studio si allunga a scapito di quello per il gioco. Chi ci rimette è solo lui… Inoltre, spesso, sarà capitato che sia riuscito a svolgere i compiti velocemente e che si sarà reso conto di quanto la parte più faticosa sia proprio quella di cominciare.

– Riprendete la tabella che avete preparato insieme e ricordate al bambino gli orari di inizio e di termine, per ogni giorno.

Il patto tra di voi sarà che lui inizierà senza storie i compiti all’ora stabilita e voi (o la baby sitter o il nonno…) lo aiuterete per ciò che gli serve, senza “dargli il tormento” con richieste o prediche e gli garantirete alcune brevi pause intermedie (ad esempio ogni mezz’ora) di qualche minuto, (per bere un goccio d’acqua, andare in bagno, sgranchirsi le gambe o stiracchiarsi…). Magari potreste aiutarvi con un orologio di tipo tradizionale (quello analogico, con le lancette) su cui lui possa visualizzare il passare del tempo per regolarsi  (“quando la lancetta lunga sarà arrivata in questo punto sarà ora di iniziare… “ o “… di fare la pausa…”), così da renderlo man mano più autonomo anche in questo. Se si concentrerà e si impegnerà, sarà anche possibile che riesca a terminare prima del previsto, a tutto vantaggio del suo tempo libero e con una sua grande soddisfazione personale.

– Se rispetterà il patto lodatelo! Ditegli che siete molto orgogliosi di lui, che lo direte al papà che sarà felicissimo, ecc. Molto probabilmente vostro figlio cercherà di comportarsi così anche nei giorni successivi e, in caso di ricadute, rinnoverete il patto, sempre con calma, attenzione e tanto affetto.

– Se farà ancora mille storie per iniziare e non rispetterà il patto, potreste dirgli che l’ora dei compiti è quella stabilita. Spiegategli che se non li fa in quel tempo, non li farà poi la sera perché sarà stanco e ancora più distratto e sarà lui l’indomani, a spiegare alla maestra perché non li ha fatti, assumendosi così “la responsabilità” del suo comportamento… e sarà quella la conseguenza diretta che otterrà. Se vi vede convinti è possibile che accetti di iniziare. Se invece è proprio ostinato, purtroppo dovrete mettere in atto quanto promesso (senza ulteriori sgridate), dicendogli che vi dispiace ma, come gli avete già spiegato, non può certo farli la sera tardi… Avvertite, se possibile, (ad esempio con un biglietto) la maestra, in modo che si regoli. È probabile che, in futuro, lui tenga conto di questa esperienza e non voglia più ripeterla.

– Se riuscirete a mantenere nel tempo questa modalità fino a che diventerà un’abitudine sarà più semplice per vostro figlio rispettarla, perché avrà capito e sperimentato che è meglio per lui e la sua autostima ne sarà rinforzata. Inoltre sarà un buon allenamento per gli impegni scolastici futuri, quando dovrà organizzarsi sempre più da solo.

Un ultimo suggerimento

È vero che oggi come oggi pare necessario aiutare i bambini nei compiti, con grande impegno di tempo e forze degli adulti di riferimento, ma cercate il più possibile di rendervi sempre meno necessari in questo. Ad esempio potete aiutare il bambino ad impostare il compito ed incoraggiarlo a proseguire da solo mentre voi vi allontanate qualche minuto per fare un’altra cosa. Poi tornate, riguardate e proseguite così. L’idea che vostro figlio dovrebbe ricavarne è di poter avere un “aiuto al bisogno” e non per forza continuo e totale, altrimenti si rischia di mantenere la sua dipendenza dal supporto esterno e di non favorire la sua progressiva, importante autonomia.

14 maggio 2018