EDUCAZIONE E RISORSE PERSONALI

EDUCAZIONE E RISORSE PERSONALI

Una pandemia, reazioni diverse

In questo lungo periodo di difficoltà che stiamo passando a causa della pandemia da Covid 19, abbiamo visto che le reazioni delle persone agli eventi ad essa collegati sono state varie.

Non affronto qui, per rispetto, le situazioni più gravi che hanno colpito molte famiglie con lutti terribili e prove dolorose imposte anche dalla distanza con i propri cari ammalati. Né mi permetto di entrare nel merito di chi ha perso il lavoro o ha visto fallire attività che avevano richiesto impegno, forze e risorse faticosamente investite fino a quel punto.

Questo articolo ha lo scopo di gettare uno sguardo su come le persone, in generale, hanno affrontato e stanno affrontando questa destabilizzante situazione.

A parità di condizioni (timori per la salute propria e di famigliari ed amici, ospedalizzazioni, ansie per la propria professione, didattica a distanza, limitazioni della libertà sociale, ecc.), sono emerse reazioni diverse.

Qualcuno si è sentito sopraffatto, impaurito o si è depresso di fronte ai cambiamenti e all’incertezza quotidiana e futura. Qualcun altro ha vissuto prevalentemente con rabbia e ribellione ogni situazione che imponeva restrizioni di vario tipo.

Anche nei mesi in cui gli effetti della pandemia sembravano attenuarsi, molti tra coloro che ne avevano subito i contraccolpi o avevano reagito con comportamenti di non accettazione, hanno continuato a risentirne.

Purtroppo, diverse persone, soprattutto adolescenti, hanno manifestato preoccupanti segnali di disagio emotivo, con atteggiamenti di tipo depressivo prolungati. Un allarme che sta preoccupando genitori, educatori, insegnanti e specialisti del settore e che richiede riflessioni e azioni concrete per contenere i danni e offrire l’aiuto necessario.

Altre persone invece (spero molti) sono riuscite ad affrontare questa inaudita situazione con una certa dose di tranquillità, con uno stato d’animo, tutto sommato, fiducioso e disponibile.

Qualche domanda

Mi sono chiesta: che cosa ha fatto sì che le persone reagissero in modo così diverso ad un evento epocale come questo?

E soprattutto: quali caratteristiche hanno coloro – bambini, ragazzi, adulti – che sono riusciti a rispondere in modo sereno ed equilibrato a tutto ciò?

Quali risposte?

Ovviamente non ho La risposta a queste domande, ma qualche convinzione sì, sicuramente dettata dalla mia formazione pedagogica. Sono convinzioni che mi guidano a cercare di comprendere meglio ciò che ci serve per affrontare difficoltà e incertezze e come attrezzarciper farlo.

So che può sembrare “la scoperta dell’acqua calda”, ma, a volte, le risposte ovvie e apparentemente banali che abbiamo “sotto il naso”, sono quelle che sottovalutiamo o che ci sfuggono se le diamo per scontate.

La pedagogia, come disciplina che si occupa di educazione, offre contenuti e strategie preziose per preparare le persone ad affrontare al meglio ciò che la vita mette loro di fronte. Come grandi autori, specialisti ed educatori ci insegnano – Maria Montessori, Don Bosco, Daniel Goleman, per citarne solo alcuni – la pedagogia ha una funzione preventiva, oltre che educativa e formativa. E tutti sappiamo (ecco, di nuovo, l’ovvio) che “prevenire è meglio che curare!”. Nel senso che più ci si occupa per tempo di lavorare sul potenziamento delle risorse personali proprie e dei propri figli, più sarà probabile che si riduca il bisogno di intervenire “a danno fatto”.

Facile a dirsi. Più difficile a farsi: servono impegno costante e prolungato nel tempo, oltre che obiettivi chiari e strategie educative adeguate.

Molti genitori sono già attrezzati naturalmente e spontaneamente per agire in questo senso, forse senza nemmeno rendersi conto delle proprie preziose attitudini. Hanno saputo e sanno coltivare giorno per giorno, con l’amore e l’attenzione necessaria, quegli aspetti e quelle competenze che rendono una persona in grado di procedere nella vita con serenità ed entusiasmo. Abbiamo detto poco…

Reagire alle avversità

La tanto nominata (a volte a sproposito) resilienza è definita: “In psicologia, la capacità di reagire di fronte a traumi, difficoltà, ecc.” (Treccani). Con il termine “traumi”, pensiamo a eventi come guerra, terrorismo, calamità naturali, violenze, abusi, ecc. Con “difficoltà” immaginiamo situazioni derivate da povertà, disagio sociale, ignoranza, disturbi mentali, ecc.

C’è chi, anche dopo aver subito drammi e perdite tragiche, sa rialzarsi, rimettersi in moto e ripartire, nonostante tutto, attingendo ad una forza interiore di cui forse nemmeno sospettava l’esistenza.

Naturalmente, la vicinanza e l’aiuto di persone care come famigliari e amici o anche l’aiuto di specialisti, può sicuramente favorire processi di ripresa, di risalita da periodi bui e di evoluzione positiva.

Nonostante tutto

In questo caso, la difficoltà da affrontare è quella scaturita dall’emergenza sanitaria attuale che ha cambiato drasticamente le carte in tavola. E la resilienza è quella competenza messa in atto da coloro che hanno saputo e potuto reagire emotivamente in modo positivo. Nonostante tutto.

Alcune persone sono riuscite a passare indenni – o quasi – attraverso timori, prove, malattia, privazioni, notizie allarmanti, malesseri generali, cambiamenti drastici di abitudini. Hanno potuto attingere ad un loro personale bacino di forza, fiducia, speranza, ottimismo, pur mantenendo una visione realistica della situazione. Si sono adattate man mano ai continui e rapidi cambiamenti in atto, senza lasciarsi andare a lamentele, a recriminazioni, alla rabbia, ad atteggiamenti di chiusura o di abbattimento totale.

Qualcuno ha addirittura saputo trasformare eventi drammatici in un’occasione di miglioramento e crescita personale: alcuni grazie forse alla fede, altri soprattutto alla loro forza d’animo e sicurezza interiore.

Come mai?

Sicuramente possiamo considerarle persone fortunate, ma c’è dell’altro, oltre alla fortuna, che caratterizza il loro modo di pensare e vivere la loro vita.

Non c’è Una ricetta da seguire, ma ci sono delle condizioni e delle attenzioni educative che possono aiutare un bambino e poi un ragazzo ed un adulto a sentire di potercela fare, nonostante tutto.

Educazione e blog

In tutto il mio blog potete trovare articoli (e altri ne seguiranno) che suggeriscono a voi genitori gli obiettivi e le modalità per crescere i figli con un’educazione che abbracci gentilezza e fermezza in modo equilibrato. Un’educazione che incoraggi l’autonomia, l’autostima, il senso di appartenenza e di responsabilità, l’impegno e la motivazione, il senso di competenza, la capacità di adattamento, l’ottimismo. Una pedagogia che aiuti a preparare futuri adulti forti e gentili.  

Anche la serie di articoli ispirati ai criteri di mediazione del Metodo Feuerstein è stata proposta in questo senso, per accompagnare bambini e ragazzi (ma non solo) nella loro crescita emotiva, cognitiva e relazionale. Li trovate nella sezione “Quante emozioni”, perché la sfera emotiva colora e attraversa ogni esperienza della nostra vita e quindi anche l’educazione, le relazioni e l’apprendimento.

Potete leggerli e/o rileggerli per pensare o ripensare al vostro modo di impostare l’educazione dei figli. Forse potreste individuare quali atteggiamenti, comportamenti, convinzioni, abitudini, siano maggiormente favorevoli per l’emergere in loro di buone risorse personali e sociali e per consolidarle.

Il mio lavoro di pedagogista

Mi definisco spesso “Pedagogista per professione e per passione” e, più passa il tempo e il mio lavoro con i genitori si approfondisce, più ritrovo ciò che mi ha spinto tanti anni fa ad iniziarlo.

A motivarmi è stata l’idea di essere a fianco dei genitori nel loro delicato, complesso, intenso e meraviglioso percorso educativo, con le consulenze sui loro dubbi o difficoltà. Anche negli incontri plenari sul tema principale della genitorialità, in varie occasioni ho incontrato tante persone motivate e attente e sono emerse domande e riflessioni profonde.

Il significato più profondo e l’obiettivo principale di tutto il mio lavoro, però, va oltre il supportare i genitori che stanno vivendo qualche problema con i figli e accompagnarli nel capire come affrontarli.

È quello di intendere la Pedagogia come prevenzione, che è lo scopo più alto di questa disciplina. La sua grande importanza e forza, come costellazione di conoscenze teoriche e pratiche, è quella di prevenire, appunto, il più possibile, difficoltà e danni evitabili, nel crescere i propri figli. Di intervenire prima che “il danno sia fatto”, stimolando e potenziando tutte quelle caratteristiche necessarie alla crescita emotiva, intellettiva e relazionale di una persona.

A me sembra una possibilità entusiasmante.

Quando mi è capitato di incontrare genitori che avevano il desiderio di agire per tempo, di capire come impostare il loro stile educativo, di prepararsi al loro prezioso compito, sentivo di poter dare il mio contributo nel modo più efficace.

Anche il mio sito, con il blog collegato, è nato per questo.

(Foto di Manfred Zajac da Pixabay)

12 gennaio 2022