I BAMBINI E IL CIBO: SERENAMENTE A TAVOLA

Il tema del cibo è universale e carico di contenuti e vissuti emotivi, affettivi e personali. Quando riguarda i bambini, può assumere valenze educative anche complesse e molto delicate. Attraverso il cibo, il nutrimento e le cure ad esso collegate, passano messaggi d’amore ma anche segnali di conflitto, richieste di ascolto.
Spesso il momento di mettersi a tavola, quando ci sono dei bambini, non è un bel momento rilassante come tutti desideriamo. Diventa invece occasione di conflitti, piagnucolii, scene, arrabbiature. Se a casa vostra accade questo, forse vi trovate in una delle situazioni descritte qui sotto. Potete leggere alcuni spunti per riflettere e provare ad affrontare e migliorare la situazione.
Cosa accade quando siete a tavola?
Vediamo alcune situazioni-tipo:
– il vostro bambino pare non aver mai voglia di mangiare, non sembra gli piaccia nulla, fa storie ogni volta che siete a tavola e spesso è inappetente. Avete sentito il parere del pediatra che esclude motivi fisici o legati a una malattia in atto
– vostro figlio è un gran mangione e continuamente in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Dice sempre di avere fame, vuole grandi quantità di cibo, dolci, snack, anche fuori pasto
– il vostro caro pargoletto non rientra in alcuno dei due precedenti esempi, ma si distingue per continui capricci quando è il momento di mangiare.
Perché si comporta così?
I bambini hanno diversi modi per “dirci” delle cose, per farsi “ascoltare” e, spesso, queste modalità passano attraverso il loro corpo, soprattutto se sono piccoli. I messaggi che passano attraverso il mangiare (poco, troppo o creando dei conflitti) sono spesso profondi, inconsapevoli, ma importanti.
Il cibo è un elemento tanto vitale ed universale, quanto potente nei suoi significati anche nascosti. L’importante è mettersi in ascolto dei loro segnali e cercare di osservarli meglio per capire veramente cosa ci comunicano.
Il bambino che non vorrebbe mai mangiare
Può semplicemente avere un appetito scarso senza che questo comprometta né la sua salute, né la sua forza ed energia. Come già detto, sentite prima di tutto il parere del pediatra. Qualche volta, tuttavia, il bambino potrebbe segnalare, inconsapevolmente, un bisogno di attenzione maggiore o diversa da quella che ha. Oppure sta manifestando la necessità di dire i suoi “No”. O di decidere cosa, quanto e quando mangiare come dichiarazione di maggiore autonomia. O ancora sta usando il cibo come un veicolo di messaggi conflittuali, di solito verso la mamma…
Anche il bimbo un po’ troppo mangione
Spesso sta “dicendo” qualcosa, con le sue abbuffate, oltre alla sua gioia di gustarsi ciò che gli piace. Se tanto mangia e tanto consuma (perché è vivace e sempre in movimento), senza mettere su chili di troppo, non dovrebbe essere un problema, se la sua alimentazione è sana. Se invece il bimbo è sovrappeso è meglio sentire, per sicurezza, il pediatra, per prevenire eventuali problemi di salute. Anche il vostro buongustaio potrebbe, tuttavia, cercare maggiore attenzione (anche se ne avesse già molta, ma spesso i bambini ne vorrebbero sempre di più…) e, senza rendersene conto, abituarsi a riempirsi di cibo come “sostituto affettivo”.
Se fa capricci a tavola
A volte vi sembra che vostro figlio approfitti in particolare dei momenti a tavola per fare capricci. Dice che non vuole mangiare quello che gli proponete, anche se sapete che gli piace e che dovrebbe avere appetito. Probabilmente ha capito benissimo quanto gli adulti ci tengono che i bambini mangino a sufficienza, tranquilli e con regolarità. Certamente sa anche benissimo che, pur di farlo mangiare, spesso vi trovate a cedere ai suoi capricci. Anche in questo caso, la richiesta sottostante può essere quella di una maggiore attenzione da parte di voi genitori. Oppure una messa in scena di qualche recriminazione. Però è probabile che lui faccia i capricci perché si è abituato a farli sapendo che, in qualche modo, ottiene qualcosa. Crede, così, di esercitare un certo “potere” su di voi.
Cosa potete fare?
In tutti i casi agite e parlate con calma, in modo di far sentire a vostro figlio che sapete cosa fare e che siete tranquilli.
Se è inappetente
La prima cosa da tener presente è questa: non forzate mai un bambino a mangiare! Fategli sapere che è importante che mangi, ma che non volete obbligarlo per questo. Che rispettate i suoi ritmi (in modo che senta salvaguardata la sua autonomia…). Che, con la sua collaborazione (anche nel fare la spesa o cucinare insieme, giocare a far finta di cucinare e mangiare, ecc. in modo da creare momenti piacevoli di dialogo e condivisione…) gli potrete preparare ciò che gli piace e scoprire cibi gustosi un po’ alla volta. Se stava cercando attenzione la otterrà così in altri momenti della giornata, senza sentire il bisogno di digiunare per ottenerla.
Se invece mangia tanto
Se lo fa per cercare attenzione, passate del vostro tempo con lui magari in modo nuovo, con un dialogo più aperto. Con esperienze emotive talmente appaganti e nutrienti da fargli dimenticare che ci sono i biscotti e le merendine. Usate il gioco, le fiabe, i racconti, … Aiutatelo a gustare con più calma i vari sapori, a distinguerli, a masticare lentamente, ad apprezzare porzioni più equilibrate. Parlategli dell’importanza di mangiare in modo sano, per essere più agili, più veloci, stare meglio e leggete con lui qualche libretto sull’argomento (ad esempio: della serie di Geronimo Stilton “È ora di mangiare sano!” Ed. Piemme 2015).
Se fa tanti capricci a tavola
Cercate di non “abboccare” e, se non vuole mangiare un piatto che pur gli piace, sperando di ottenere poi qualcosa di sfizioso che voi gli dareste “purché mangi” (toast, patatine, merendine, gelato,…) non insistete.
Potete dirgli ad esempio: “vuol dire che non hai fame” e, se più tardi avrà voglia di mangiare, gli scalderete la pietanza o, se è sera, gli darete qualcosa di buono e sano (un frutto o uno yogurt o del latte,…) ma non certo cose non salutari.
Capirà presto che siete voi a gestire la situazione e non lui e che… non gli conviene fare il furbetto, ma invece mangiare quando è ora e, cosa altrettanto importante: si sentirà protetto e al sicuro.
Per approfondire l’argomento
Certamente il lavoro diretto con i genitori, permette di analizzare in modo più preciso le problematiche della singola famiglia e di intraprendere un percorso costruito passo dopo passo ed adattato alla situazione specifica. Se pensate di avere bisogno di consulenze individualizzate in studio o online, potete contattarmi attraverso la voce “CONTATTI” del menù: Contatti
11 febbraio 2018
Ecco il link di un articolo sull’Educazione alimentare che ho pubblicato successivamente:
Vi lascio anche il link ad un articolo del bellissimo Sito PARENT: SMILE AND GROW, di Clio Franconi:

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