Ancora sulle regole… Il COMPORTAMENTO CORRETTO
Stiamo vedendo queste cinque categorie (come potrete rileggere nell’introduzione all’ articolo sull’ascoltare, fidarsi) … e parliamo della terza:
Il comportamento corretto
Se sarete riusciti a far comprendere bene ai vostri figli le prime due regole (quella dell’ascoltare, fidarsi e quella del rispetto) vedrete che non avrete problemi a spiegare loro questa terza regola e le prossime due (sugli orari e sull’ordine). Potreste anche pensare che non serva spiegarle, perché, se i bambini vi ubbidiscono e crescono con il senso del rispetto, non dovrebbe essere necessario introdurre altre regole: basterebbe che vi ascoltassero e mettessero in atto ciò che dite loro.
In parte questo è vero ma, se ogni volta, per fare in modo che facciano (o non facciano) qualcosa, doveste ripetere loro ogni modalità e spiegarne il motivo, diventerebbe noioso sia per loro che per voi e, in parte, non aiuterebbe la loro autonomia e consapevolezza delle loro azioni.
Se invece create, per le varie situazioni che vivono, delle condizioni e delle abitudini a cui possono riferirsi, sarà più semplice per loro regolarsi (appunto) più o meno in ogni situazione.
Questa terza regola riguarda il “come ci si comporta” nelle varie situazioni: a casa, in casa d’altri, a scuola, in pizzeria, in vacanza… Anche in questo caso sarà bene parlare con i vostri figli per chiarirvi in merito al termine “comportamento”: cioè chiedete loro come lo intendono e poi ragionate su questo e su ciò che volete che apprendano. Come sempre, naturalmente, il vostro esempio sarà la base su cui potrete costruire le vostre riflessioni.
Potrete partire dalle indicazioni base, ad esempio l’uso del “per favore”, del “grazie”, “prego”, “posso…?”, “mi scusi…”, “è permesso?”, ecc., formule che forse vi sembrano banali e scontate ma che vanno comunque spiegate ai bambini (oltre che usate da voi stessi verso di loro e verso le altre persone, in modo da dar loro l’esempio), perché ne comprendano il significato sottostante poiché non sono solo “formulette educate”, ma mantengono e rinnovano al loro interno quel senso di rispetto che state insegnando loro.
Poi, per ogni situazione, farete dei piccoli patti in anticipo, dicendo loro come dovranno comportarsi nella tal situazione: ad esempio, se state per andare al parco o a trovare i nonni o in pizzeria… Se la situazione è già nota ai bambini, basterà richiamarla alla mente per anticipare cosa vi aspettate da loro, cosa potranno trovare, fare, ecc. Se è una situazione nuova, va certamente descritta prima per prepararli e sarà meglio fare in modo che serva da “banco di prova” per le volte successive e che, se sorgeranno dei problemi, sia il più breve possibile. Spiegherete loro anche le eventuali conseguenze se non dovessero rispettare il patto (Potete, a questo riguardo, rileggere l’articolo n. 8 “E se non si rispettano le regole?”).
Se vostro figlio, pur dopo aver capito quanto avete concordato con lui, si comportasse male (in modo pericoloso o maleducato o capriccioso*…) sarà bene parlargli in privato e ricordargli il patto stabilito, in modo da dargli la classica seconda possibilità. Se si comporterà bene lo loderete, ma se continuerà a comportarsi male attuerete la “conseguenza”: il più naturale possibile, cioè collegata alla situazione in atto, che avete stabilito nel patto. Se sarete coerenti nel vostro agire, vostro figlio capirà se “gli conviene” o no quel tal comportamento e si regolerà di conseguenza.
Per i bambini più piccoli (e, in qualche caso, con qualche bambino particolarmente ostinato) possono essere utili delle brevi “prove generali”, una specie di piccole “esercitazioni” da fare in anticipo, per far loro prendere confidenza con alcune situazioni con tranquillità, senza l’ansia, da parte vostra, di dover rispettare orari, impegni, terminare commissioni, essere impegnati con altre persone, ecc. Potreste, ad esempio, proporre una semplice uscita per un gelato, spiegando bene prima cosa farete e come vi aspettate che si comporti (“stai vicino a noi…”, “prendiamo solo un gelato e poi torniamo a casa…”, “… senza capricci! Se vuoi qualcosa ce lo fai capire con calma…”, ecc., in base alla vostra esperienza) e lo avvertirete che, altrimenti, tornerete a casa senza il gelato. Poi provate e vedete come va: se, nonostante tutto, il vostro pargoletto si comporterà male, gli ricorderete quanto concordato prima e lo aiuterete a calmarsi, per poter godere con voi dell’uscita. Se non funzionerà, dovrete tornare a casa come anticipato, spiegandogli che vi dispiace, ma lui lo sapeva e voi non potete fare altro. Se invece si comporterà bene, lo loderete, lui avrà il suo gelato e farà l’esperienza di essere riuscito a controllarsi e di aver ottenuto ciò che desiderava. Sarà doppiamente contento: per il gelato e per le vostre lodi. Inoltre, e questo è l’aspetto più importante, si sentirà soddisfatto di sé e motivato a comportarsi nello stesso modo anche in altre occasioni. Questo schema, come potete intuire, vale per moltissime situazioni a cui volete preparare vostro figlio.
Nel prossimo articolo parleremo della regola che riguarda gli orari, spesso fonte di logoranti “braccio di ferro” tra genitori e figli.
(* per i capricci potete trovare molte indicazioni nel mio e-book “Basta con i capricci! Come affrontarli? Come prevenirli?”, What Edizioni Etiche Digitali, che trovate nella sezione “Libri e link utili” del mio Sito: Libri e pubblicazioni).
24 giugno 2018
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