PAROLE PER PENSARE: GENTILEZZA
In un mondo competitivo come il nostro ed in un tempo frenetico sembra di essere sempre alla rincorsa di qualcosa. A volte si tende a farlo con superficialità e anche un po’ di cinismo, confondendo obiettivi, mezzi, modalità di valutazione e valori. Si rischia così di dare attenzione e importanza a chi si fa sentire più degli altri perché amplifica i suoi messaggi con atteggiamenti esibizionisti, talvolta prevaricanti. Si può rischiare, al contrario, di sottovalutare una persona gentile (sinceramente gentile, non certo affettata o melliflua…), ritenendola forse “debole” o “senza carattere”. Magari manipolabile e probabilmente noiosa, quasi quasi poco intelligente.
Non si tiene conto invece che, chi si comporta in modo pacato e attento, non attacca gli altri con frasi dure o offensive e risponde con calma fermezza agli attacchi altrui è, invece, una persona molto più forte di quanto possa apparire. È sicura di sé al punto di non aver bisogno di sminuire l’altro, né di provocare, comportarsi o reagire in modo aggressivo, anche se “solo” a parole. È semplicemente una persona gentile!
Ce ne sono davvero tante, solo che, come la classica silenziosa foresta che cresce, non fanno rumore, né “notizia” quanto il singolo fragoroso e perturbante albero che cade.
Forza e debolezza
Poniamo il caso di due persone che discutono e sono in disaccordo su una questione. Uno dei due alza la voce, usa toni e mimica aggressivi, magari insultando l’altro e minacciandolo fisicamente. Mentre l’altro cerca di mantenere la discussione su un piano verbale civile, provando a ragionare senza perdere la calma, né urlare o divenire aggressivo.
Il primo punta su una prevalenza fisica, il secondo sulla comunicazione verbale e sul ragionamento. Chi dei due può essere considerato forte, e chi debole?
Se intendiamo il termine “forza” in senso mentale, emotivo, come forza di carattere, forza d’animo e non in termini di forza fisica, la risposta sembra scontata. Almeno per chi usa parametri di giudizio costruiti sul buon senso e sui valori di convivenza civile. Però non è sempre così evidente o chiara agli occhi di un bambino, che non ha ancora ben definito cosa voglia dire sentirsi forti o deboli, ad esempio in situazioni di conflitto. Un ottimo spunto di riflessione con i propri figli.
La forza della gentilezza
Gesti gentili, un sorriso, un’attenzione verso qualcuno, fare un favore volentieri… sono manifestazioni, purché non stucchevoli o insistenti, che comunicano disponibilità, vero interesse. Che possono scaldare il cuore. Sono segnali di un positivo approccio verso l’altro, che in genere nascono da un sereno confronto con sé stessi. Da una conquista personale che permette di avere uno sguardo libero da pregiudizi o da generalizzata diffidenza.
Essere disponibili non vuol dire essere “a disposizione”. Sono due atteggiamenti molto diversi, che possono venire confusi da chi “comanda”, chi pretende e crede in modo ottuso di poter esercitare potere su qualcun altro (ad esempio nel mondo del lavoro, talvolta anche nel rapporto tra pari o, purtroppo, in alcune dinamiche famigliari…), ma che, agli occhi di una persona sicura di sé e gentile, sono ben chiari nella loro peculiarità.
Se la gentilezza nasce da una consapevolezza e da un equilibrio interiore, ha in sé una forza che sostiene, scalda, si rinnova costantemente nella evoluzione personale e nel rapporto con il mondo. . Appartiene alle persone che hanno una buona intelligenza emotiva.
Un libro per bambini sulla gentilezza
Ho trovato tempo fa un bel libro della serie di Geronimo Stilton: “Il piccolo libro della gentilezza”, Edizioni Piemme. Il racconto, nel consueto divertente linguaggio del topo-giornalista Geronimo Stilton e delle sue peripezie, parla della gentilezza come valore personale e sociale, di partecipazione e condivisione.
Una lettura che farà divertire e riflettere: perché non regalarlo ai propri bambini?
Link a due articoli collegati a questo
Di seguito trovate i link a due articoli precedenti, uno sul sorriso ed uno sull’assertività, collegati a questo argomento, che potreste leggere o rileggere:
http://www.educazionequotidiana.it/quante-emozioni/quel-sorriso-contagioso/
http://www.educazionequotidiana.it/leducazione-non-ha-eta/lassertivita-una-bella-conquista/
5 marzo 2020
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